i pensieri di Eppi


Penso, dunque sono.

Come è cambiata la libreria: pensieri post-Covid19

Pensavo che il nuovo anno avrebbe portato dei cambiamenti, ma non credevo sarebbero stati così tanti e così significativi

L'apertura della nuova libreria nel quartiere dove vivo e il conseguente numero di novità che ne sono scaturite è stato sconvolgente, nella definizione più positiva che questo termine può avere. Mentre sono qui che scrivo seduta sul mio balcone mi sento un po' Carrie Bradshow: il mio pc, pensieri, ricordi, immagini e momenti. Un anno fa, a quest'ora, iniziavo a raccontare ai miei clienti chivassesi che qualcosa sarebbe cambiato, che mi sarei trasferita a Torino e che avrei lasciato un'altra giovane e sognante fanciulla al mio posto. Sapevo cosa mi aspettava? Forse: in parte sicuramente sì, ma mi caratterizza anche quella dose di costante inconsapevolezza che mi rende sempre e comunque predisposta ai cambiamenti con la totale noncuranza di chi pensa che vada come vada, i problemi li affronto QUANDO e soprattutto SE arrivano. 

Inutile dire che immaginavo il 2020 come il primo anno da libraia di quartiere a Torino, mai e poi mai mi sarei immaginata

LA PANDEMIA

Il mio viaggio di nozze alle Maldive, la mia seconda partecipazione a Tribùk, aver comprato casa ed essere in attesa di traslocare... questi per me sono solo ALCUNI felici momenti dei primi 5 mesi del 2020, chissà cosa mi aspetta ancora! Ma non si può negare che, sebbene sicuramente tanti di noi potranno ricordare questo 2020 anche per altri -e spero lieti- motivi, il Covid19 e tutto ciò che ne è conseguito hanno un diritto di prelazione alla voce COSA HAI FATTO NEL 2020 che ci porteremo addosso sicuramente per molti anni, forse per sempre!

Non voglio, perché non credo sia questa la sede e non è di certo il mio scopo, soffermarmi sulla tragicità di ciò che abbiamo vissuto, sul dolore di chi ha perso qualcuno o ha temuto di perderlo, sul dramma di chi ha sofferto in prima persona; non voglio ricordare qui le tragiche immagini che abbiamo osservati sconvolti alla tv e neppure quel macabro appuntamento di ogni giorno alle 18.00 quando con apprensione aspettavamo di capire quanti erano stati colpiti e quanti, ahimè, non ce l'avevano fatta. A pensarci adesso, mentre lo scrivo, mi sembra un tempo così lontano... e sono grata al potere della mente di cicatrizzare alcuni momenti! 

Quello che ci tengo a fare è invece raccontare come è cambiato il mio mestiere di libraia grazie all'opportunità che questa pandemia mi ha offerto.

GRAZIE - OPPORTUNITÀ - OFFERTA non sono di certo le parole che ci aspetterebbe di sentire in un racconto come questo, e invece... Al di là della fortuna che mi ha baciata decidendo che nessuno accanto a me si ammalasse, ho SCELTO che questa situazione non mi avrebbe affossata dal punto di vista personale, ma neppure da quello lavorativo. Certo, ammetto che la prima settimana è stata sconvolgente e dopo un primo momento di assoluta euforia -quando ancora credevo che tutto sarebbe durato non più di due settimane e mi sono sentita "in vacanza da scuola"- è subentrata una tremenda apatia e sapevo che trascorrevo le mie giornate nel nulla più assoluto, sprecando quel tempo che mi era stato "regalato", ma a parte la meditazione e qualche sporadico esercizio di calligrafia, a parte le quasi quotidiane visite in libreria per controllare che tutto fosse OK e le settimanali code per la spesa, era IL NULLA.

Poi come un giorno di sole dopo tanta pioggia, ho iniziato a fare le consegne a domicilio: ho mandato messaggi ai miei clienti, ho pubblicato qualche post su facebook e instagram per informare chi mi seguiva; così è nata

#Eppizone la libraia-a-domicilio 

Inizialmente girando a piedi per il quartiere, mi sentivo fantasma in una città fantasma: era la fine di marzo, essere in giro era un "privilegio" concesso a pochi, sembrava quasi una colpa e le persone che incontravi le osservavi con sospetto, chissà perché poi... ben presto però, SOPRATTUTTO grazie al passaparola, le mie passeggiate non erano più sufficienti: consegne sempre più numerose e soprattutto lontane dalla mia libreria hanno reso necessario l'utilizzo della macchina e la mia super-Melly mi ha accompagnata a casa di tante persone, con il suo piccolo baule pieno di tanti sacchetti e il sedile del passeggero inevitabilmente occupato da appunti, bolle di consegna, guanti in lattice e fiumi di amuchina.

Quegli strani giri in macchina, in una città, la mia che però non riconoscevo, blindata deserta silenziosa, mi hanno regalato un'insperata libertà, ma soprattutto mi hanno regalato tante persone nuove che ho raggiunto nell'intimità di casa e per alcuni ero uno dei pochi contatti con l'esterno: e allora VAI di chiacchiere rubate a distanza sui pianerottoli, con il filtro feroce delle mascherine a nascondere sorrisi e incertezze, di coccole al cioccolato ma anche di empanadas e agnolotti o frittelle di mele, mentre i libri rappresentavano un bene prezioso non solo per le storie che facevano entrare in casa, ma anche e soprattutto perché quel barlume di normalità e al tempo stesso di evasione da quelle giornate così lunghe e da quei silenzi così dolorosi.

Un mese che è volato, intervallato solo da attese e conferenze stampa e notizie che sembravano non voler migliorare mai e invece sì. La Regione Piemonte ha dato il via libera alla riapertura delle librerie con ritardo rispetto a quanto deciso dall'alto perché la situazione appariva ancora troppo critica, ma finalmente seppure non ne fossi del tutto convinta e non fossi completamente certa che tutto sarebbe andato per il meglio, martedì 5 maggio 2020 la libreria ha riaperto e quell'angolo della Crocetta tornava ad essere finalmente vivo.

Non pensavo sarebbe stato faticoso riaprire e invece lo è stato e tanto anche: le misure di sicurezza da rispettare e soprattutto FAR rispettare, distanze e mascherine acerrime nemiche del mestiere perché permettono quel contatto e quei sorrisi incoraggianti di cui le mie giornate sono piene da esattamente cinque anni; l'attesa fuori dalla porta perché insieme non si può entrare e famiglie abituate a confrontarsi al momento della scelta che sono inevitabilmente divise e che si mostrano reciprocamente i libri dalle vetrine... So che leggerlo adesso che un po' ci siamo abituati sembra niente, ma vi assicuro che le prime due settimane sono state così folli che mi sentivo libraia in un mondo alieno e so che si sono sentiti così anche quasi tutti i clienti.

Intanto le consegne sono continuate (e continuano tutt'ora) perché quando un servizio si rivela importante e vincente sarebbe da folli interromperlo solo perché il motivo che l'ha reso necessario è in qualche modo venuto a mancare; mi hanno permesso di scoprire un nuovo modo di diventare libraia: la distanza che mi è sempre sembrata un limite si è trasformata in una preziosa concessione per raggiungere persone lontane SOLO fisicamente; le dirette che sono diventate un appuntamento che non mi sono azzardata a interrompere pena il linciaggio wink da parte dei più puntuali e fedeli followers; il canale telegram tutto nuovo che si è rivelato un prezioso strumento per organizzare al meglio i consigli di lettura e informare su eventi e novità (per chi volesse saperne di più QUI la diretta nella quale spiego cos'è e come funziona!); poi ancora #LibriDaAsporto una meravigliosa opportunità frutto della collaborazione tra librai indipendenti ed editori che dimostra quanto sia stato fondamentale il lavoro dei librai durante il lockdown e quanto lo sia SEMPRE e che mi aiuta da ormai una settimana ad arrivare a quei nuovi-clienti-a-distanza che hanno imparato a conoscermi proprio durante i faticosi mesi di marzo e aprile e allora VIA ALLE SPEDIZIONI: EPPIZONE scavalla i confini della città e arriva ovunque

 

 

Non sembra tantissimo, non lo sembra ad un occhio "inesperto" che non sa immaginare quanto ci sia dietro ad ogni più piccolo gesto: quanti pensieri, quanto tempo, quanti errori e conseguenti correzioni, quanto studio e aggiornamento, quanta voglia di imparare e paura di fallire, quanto confronto con le persone che mi stanno accanto e con preziosi colleghi lontani ma sempre vicini.

E come se non bastasse, sono arrivate le presentazioni online: non poter più ospitare eventi in libreria mi è sembrato da subito un limite insostenibile che andava in qualche modo superato; ancora una volta non si poteva perdere tutto ciò che era stato fatto PRIMA ma anche DURANTE: già perché tantissimi tra librai ed editori e scrittori si sono da subito organizzati con dirette per non perdere il pubblico. E allora perché smettere? Non ho di certo avuto un'idea innovativa, non sono stata l'unica e non sarò neppure l'ultima, ma non sta scritto da nessuna parte che le cose belle siano per forza inimitabili!

E allora il calendario di questi eventi è in continuo divenire e io ne sono molto orgogliosa (si può consultare QUI e i video restano caricati sia sulla pagina della libreria che negli eventi stessi) e mi rendo conto che quello che sembrava un ripiego si è rivelato ricco di risvolti positivi che non ero stata in grado di prevedere

  • Le persone possono partecipare indipendente da distanza e impegni perché è sufficiente collegarsi a facebook
  • Si possono raggiungere persone geograficamente lontane che non avrebbero potuto sicuramente presenziare
  • Risulta molto più semplice invitare ospiti senza che ci siano difficoltà logistiche di spostamenti/date e orari da far combaciare/impegni vari
  • Il pubblico, oltre ad essere molto numeroso, è decisamente a proprio agio: fioccano domande, interventi, considerazioni che magari in presenza non sarebbero condivisi

Ci sono di sicuro altri PRO ma questi sono quelli principali, quelli che mi fanno capire che questa sia la strada da percorrere non solo in questo momento, ma sempre! Non in maniera esclusiva, certo, ma di sicuro non sarà una strada che verrà abbandonata!

In un post che avevo pubblicato a inizio anno concludevo dicendo che il mio proposito per il 2020 sarebbe stato quello di 

dare più importanza alle PERSONE provando a fare scelte più consapevoli che le mettano al primo posto.

Sono felice di constatare che, nonostante ciò che questi mesi mi/ci hanno riservato, lo sto portando avanti con la stessa fiducia che avevo quando l'ho scritto.

E chissà quante cose belle potranno ancora venire da questo 2020 che ha fatto di tutto per farsi detestare, e invece io gli voglio un gran bene!

 


 

 

i libri di Eppi

La libraia è un mestiere che comporta grandi responsabilità. Certo, non quanto un chirurgo o il ministro degli Interni, ma più o meno quanto un pizzaiolo.

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